Attraversai la strada insieme ad altri sconosciuti, arrivando al “mio” Starbuck.
Tolsi gli occhiali prima di entrare lasciando sfuggire un sorriso all’atmosfera familiare di quel posto.
Mi avvicinai a Ralf indicandogli i pasticcini, lasciandogli capire che avrei preso un tea caldo, ormai conosceva i miei gusti ed era per quello che mi facevo servire sempre da lui.
Pagai prendendo la mia tazza fumante e andai a sedermi in un tavolo accanto la vetrata. Poggiai la borsa sulla sedia accanto alla mia lasciando la tazza sul tavolo e togliendo la giacca guardandomi un secondo mentre mi sedevo scuotendo la testa.
Ero così ansiosa che neanche il pranzo e le chiacchiere con mia madre erano servite a calmarmi e dal voler chiamare Jenny ogni tre secondi per sapere se stava bene, per non parlare del fatto che avendo macchiato la
maglietta avevo dovuto prenderne una delle poche rimaste a casa dai miei.
Misi le mani intorno alla tazza appoggiando i gomiti sul tavolo e guardando fuori.
Era caldo per essere marzo e sorrisi senza smettere pensando all’arrivo della piccola.
Sorseggiai il tea mordendo il labbro inferiore sentendomi meglio all’istante.
Sentii una voce familiare, un consiglio sul tea e girai il volto vedendo un ragazzo in piedi con un bicchiere in mano.
Dischiusi le labbra per parlare aggrottando la fronte in un ipotetico
ahm grazie quando disse il mio nome.
Eric.
Mi costrinsi a non arrossire ma sentivo quella sensazione salire sulle guance e increspai le labbra.
Iniziai a pensare a Jenny e ai suoi consigli sul truccarsi e sui capelli per essere sempre pronta ad eventuali incontri e pensai alla maglietta che avevo cambiato poco prima, al fatto che non era la mia prima scelta e ad altro per non fissarlo, incredula su quanto fosse…. Cresciuto.
Esitai un attimo prima di rispondere
si, si certo siediti pure, ciao dissi con la massima eloquenza di cui fui capace.
Cercai qualcosa da dire pensando poi di bere ma avrebbe significato non ascoltare il suo consiglio e…
Respirai piano guardandolo di sfuggita o cercando di far sembrare così la cosa. I capelli corti gli stavano decisamente meglio e sembrava il doppio rispetto al ragazzo che avevo conosciuto anni fa, gli occhi erano rimasti belli come sempre anche se quel complesso li risaltava di più.
Scossi la testa tra me e me tornando al silenzio di quel momento. Ralf si avvicinò con il piattino di pasticcini per poi essere chiamato dal tavolo accanto, lasciandoci soli con un sorriso di lato.
Ora posso? lo guardai per poi precisare
il… tea.
Ripresi la tazza in mano come se potesse darmi qualche suggerimento e mi rilassai.
Stefan non mi aveva detto che saresti tornato. Dall’Inghilterra intendo però immagino… Jenny, certo. .
Volevo semplicemente sotterrarmi un secondo o avere Jenny accanto che avrebbe iniziato a parlare senza sosta salvandomi da quell’imbarazzo.
Gli sorrisi appena
è passato tanto tempo non… non ti avevo neanche riconosciuto, non… non che non mi ricordassi di te è solo che sei cambiato. Si, cambiato in…. Senso buono bevvi il tea ancora bollente, in palla totale. Palla totale, dovevo smetterla di usare i termini di Jenny.