Entrammo in casa la quale, grazie a Sole la cameriera messicana di papà, era sempre ordinata linda e pinta.
Mio padre beve sempre il Jack anche se dice che è un whisky da aperitivo… insomma, ha un armadietto dei liquori che farebbe invidia a chiunque. Se avessi accettato il Jack sono sicura che subito dopo ti avrebbe offerto un bicchierino di Jhonny walker invecchiato di tipo trent’anni. Lo fa per testare la gente… lascialo perdere continuai a parlare, salendo le scale che ci avrebbero portati in camera mia, stando molto attenta a non fare il minimo rumore. Non volevo farmi sentire da Cindy, non volevo parlarci… volevo solo prendere le mie cose e fuggire.
Quando entrammo nella mia camera, che sentiva decisamente del tocco di Sole, Michelle cominciò a sfottermi sui poster dei Nirvana e tutte le cose che avevo attaccate alla parete e che richiamavano il mio amore per la musica e il rock
Che scema dissi poi ridendo divertita.
Si fermò poi davanti ad una copertina in vinile dei Rolling Stones che avevo comprato ad una fiera della musica a Somerville
Quello è stato un affare… due dollari perché dietro c’è un buco e il tizio della fiera a Somerville mi ha detto che quella l’ha fatta la sigaretta di Mick Jagger. Non ci credo ovviamente ma mi ha fatto risparmiare le raccontai, indicando il vinile alla parete.
Michelle mi chiese cosa dovessi prendere a casa, allora mi fermai grattandomi al centro della testa cercando di fare mente locale. Non ero abituata a tutto quell’ordine
Una maglia del lavoro, il caricabatterie del cellulare… ne ho due ma l’altro non so più che fine abbia fatto e una felpa. Ho tutto in lavatrice e devo ancora decidere per quanto ci resterà dissi scherzando anche se era vero che avevo bisogno di quelle cose. Soprattutto della divisa da lavoro.
Sentimmo entrambe una vocina stridula canticchiare qualcosa e sospirai facendo sì con la testa alla domanda di Michelle.
Evidentemente anche noi non eravamo state così silenziose perché la vocina stridula si fece sentire più forte, segno della sua imminente vicinanza
John, tesorino sei tu? disse prima di
affacciarsialla porta della mia camera. Mi vide e cercò di sfoderare il migliore dei sorrisi, riuscendo poco nell’intento
Oh Taylor sei solo tu… spero che non ti dispiaccia se ho aperto le finestre della tua camera. Ma noi non ci conosciamo… si rese conto finalmente della presenza di Michelle e con la sua voce stridula allungò un braccio rinsecchito verso di lei presentandosi agitandosi come solo lei sapeva fare
Oh tesoro, io sono Cindy. Benvenuta in casa Smith… se vuoi qualcosa, da bere o da mangiare sarò felice di preparartelo. Taylor è come una figlia per me e di conseguenza lo sono anche le sue amiche continuò ciarlando fastidiosamente.
Ti ringraziamo Cindy ma siamo di passaggio, torna pure a ciò che stavi facendo la incitai cacciandola quasi, a volte era così snervante il suo modo di fare.
Uhh sì, stavo ordinando delle scarpe e uno smalto color oro per fare le unghie leopardate… scusatemi ma ero a metà nello scrivere il numero della carta di credito non finì di parlare che era già sculettante diretta al computer.
Quella prima o poi avrebbe mandato sul lastrico tutta la famiglia, fortuna che papà era previdente e le metteva 100 dollari al mese sulla carta che era sua e solo sua.
Mi voltai verso Michelle
Scusala è stupida, non ci può fare niente. Tra l’altro credo che non mi sopporti più di tanto, lei odia mia madre perché mio padre chiama sempre lei quando ha qualche problema e Cindy non riesce proprio a capirne il motivo dissi ironica, assumendo un’espressione annoiata in viso. Se non fosse stato per Cindy non avrei mai lasciato casa di mio padre, lo adoravo ma quando faceva certe cazzate, tipo mettersi con un’imbecille come lei, non riuscivo proprio a giustificarlo.
Andai poi verso il mio armadio, prendendo le cose che mi servivano e mettendole in una sacca.
Abbiamo finito nella casa dei pazzi, fuggiamo prima che papà ti costringa a restare a cena qui la esortai indicandole la porta d’uscita della mia camera.