MalandrineCheck GDR - Do Something!

Austin, Texas

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view post Posted on 27/6/2013, 20:15


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Taylor

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Finalmente era arrivato il momento in cui avrei rivisto Michelle dopo mesi che non accadeva. Mi er mancava davvero molto e quando mi aveva detto di aver preso il volo per Austin quasi non riuscii a crederle… eravamo stufe entrambe di telefonate o videochiamate su skype.
Avevo voglia di riabbracciarla.
Controllai l’ora girando il pollice con l’orologio verso di me, l’aereo doveva essere già atterrato da un pezzo ma sapevo bene quale fosse la trafila prima che un passeggero potesse varcare l’uscita del terminal.
Controllai sui monitor che i bagagli del suo volo fossero usciti tutti dalla stiva e sbuffai, pensando che ci stavano mettendo davvero troppo a farmela vedere.
Fu in quel momento che sentii il mio nome urlato da qualcuno proveniente dalle mie spalle, mi voltai di scatto, poteva essere solo lei.
Oddio Michelle… urlai a mia volta come una bambina, scattai verso di lei sorridendo come una Pasqua e in pochi minuti la raggiunsi, cingendola in un abbraccio stritolandola quasi Oh quanto profumi di New York le dissi subito, di getto, ricordando quella città e le settimane in cui avevo vissuto lì. Immaginai che Chris avesse ormai lo stesso profumo e mi venne un’incredibile nostalgia della mia famiglia che avevo lasciato lì.
Che bello toccarti di nuovo, com’è andato il volo? L’atterraggio è stato traumatico? L’ultima volta che ho preso l’aereo ero sicura che mi sarei schiantata nel bel mezzo degli Stati Uniti in perfetto stile Lost cominciai poi a straparlare, pensando alle mille mila possibilità esistenti al mondo in cui un aereo potesse schiantarsi sul suolo.
Una parte delle fantasia però furono riservate alle probabilità di avere come vicino di finestrino qualcuno come Sawyer.
Ti sei seduta accanto ad un Sawyer per caso? No perché, dopo il ragazzo musicista non puoi avere tutte le fortune del mondo replicai, staccandomi da lei e rivolgendole un’espressione finta minacciosa per poi scoppiare a ridere.
Ho parcheggiato proprio qui fuori e… uuhh come sono contenta finii, abbracciandola di nuovo felice davvero che fosse lì con me.


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view post Posted on 27/6/2013, 21:36
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Michelle


Il viaggio era andato meglio del previsto, nessuna turbolenza, atterraggio tranquillo e mi ero anche vista un film, una commedia romantica. Più problematico fu recuperare la valigia. Figuriamoci se non ci mettevano tre ore a scaricare tutto. Nel frattempo mi ero torta la felpa, legandomela in vita, e raccolta i capelli in una coda alta, sopraffatta per un istante dal clima texano che si percepiva già all'interno del terminal. Quando finalmente ebbi recuperato il bagaglio mi incamminai verso l'uscita e vidi in lontananza la mia amica intenta a controllare l'orologio e guardarsi intorno ansiosa.
Taylor! - la chiamai ad alta voce quando fui abbastanza vicina da non far girare tutti quanti ma solo lei. Entrambe ci mettemmo a urlare di gioia e saltellare abbracciandoci come due pazze, quasi inciampando nell'euforia. Scoppiai a ridere per tutte le sue paranoie allarmistiche a proposito del volo, era sempre la solito e l'adoravo anche per quello.
Il volo è andato benissimo, purtroppo niente Sawyer, accanto a me c'era una signora che ha dormito tutto il tempo; per un attimo ho seriamente temuto che fosse morta! Probabilmente si era trangugiata una dose di sonnifero per non agitarsi durante il viaggio. Anch'io sono contenta di rivederti amica, finalmente! - dopo un ultimo abbraccio ci incamminammo verso l'esterno dove aveva parcheggiato la macchina, mettendo la mia valigia nel baule - Spero di non aver portato troppa roba per questi giorni, ma ero indecisa sulle scarpe e per sicurezza forse ne ho messe dentro troppe. - c'erano più scarpe che vestiti, considerando che col caldo che faceva qualche maglietta e poco altro erano più che sufficienti - Non vedo l'ora di togliere questi pantaloni e metterne di più corti. A New York è ancora primavera, mentre qui mi sento quasi come a casa. - mi venne in mente Jude, che con i primi caldi sarebbe fuggito in Inghilterra in cerca di fresco e sorrisi tra me e me mentre salivamo in macchina.
Allora dimmi, ti vedo ancora intera, niente mitragliatrici al posto della gamba, direi che fino ad oggi ti è andata bene al lavoro. - la presi un po' in giro sempre per via delle sue fisime e del fatto che vedeva un possibile risvolto tarantiniano dietro ad ogni angolo.

 
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view post Posted on 28/6/2013, 09:30


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Taylor

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Ci incamminammo verso l’esterno dell’aeroporto in direzione del parcheggio. Il caldo di Austin si fece sentire subito prepotente come sempre, e guardai Michelle che forse era fin troppo vestita.
Fu proprio lei a dire di non vedere l’ora di cambiarsi.
Le sorrisi prendendo le chiavi della macchina dalle tasche degli shorts, Bè questa è una cosa che non mi manca di NY, per poco non perdevo le gambe il natale scorso per via del freddo commentai sarcastica aprendo il bagagliaio e aiutando Michelle a sistemare la sua valigia all’interno di esso.
Ma tu scherzi… sai che l’altra sera al locale è entrato un tizio che credimi, se non sapessi che non esistono si sarebbe trasformato in un vampiro stile dal tramonto all’alba e mi ha chiesto un margarita senza sale sul bordo. Roba da matti… le raccontai poi, ricordando il tizio silenzioso del margarita a metà della settimana scorsa.
Raggirai poi la macchina entrando al posto guida mettendola in moto, accesi poi lo stereo dal quale partì subito della musica, un cd che avevo fatto qualche settimana prima e cominciai a picchiettare le dita a ritmo della canzone sullo sterzo della macchina.
Passeremo prima da casa mia, cioè di papà perché devi conoscerlo e perché devo prendere delle cose. Poi lasciamo la tua roba nel mio appartamento, ti piacerà vedrai. E’ piccolo ma da sulla 6th e di sera ci sono sempre luci ovunque… mi voltai poi verso di lei, Come sta Chris? Non lo sento da un po’… le domandai distrattamente, continuando a guidare prendendo la strada per Hide Park dove abitava mio padre con Cindy.
Mi voltai poi di scatto verso Michelle Non dirmelo… l’ha presa! dissi poi sbarrando gli occhi cercando di non distrarmi troppo dalla strada di fonte a noi e da qualche macchina che all’occasione, suonava il proprio clacson per la mia guida un po’ distratta.
La sifilide Michelle la canzonai, convinta che mio cugino non si fosse fatto più sentire per la vergogna o qualsiasi altro sentimento provasse per aver beccato la malattia del puttaniere.
Anche se, dubitavo fortemente che provasse vergogna nel farsi tutte le donne che gli capitavano a tiro.
Raccontami di Jude per favore, alla sifilide di Chris ci pensiamo dopo dissi poi fingendo un’aria annoiata riferita a mio cugino, in realtà ero terribilmente curiosa di sapere cosa stessero combinando tutti a NY.
 
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view post Posted on 28/6/2013, 13:07
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Michelle


Io l'avevo detto per scherzare, ma lei probabilmente era davvero convinta che prima o poi uno dei suoi clienti si sarebbe rivelato un vampiro pervertito o qualcosa del genere. Partimmo verso il centro città, musica nelle casse e gente che di tanto in tanto le suonava il clacson. Io non ero il massimo come guidatrice, infatti di solito preferivo sfruttare gli altri o prendere i mezzi pubblici, ma effettivamente avere un mezzo proprio rendeva molto più indipendenti.
Non vedo l'ora! - risposi quando mi disse che dopo essere passati a trovare suo padre saremmo andati nel suo appartamento, che dalla descrizione era in un'ottima posizione. Ero davvero felice per lei, anche se sapevo che le mancava New York, e avrei adorato riaverla vicina sempre, si vedeva che Austin era casa sua e ci stava bene - No, non l'ha presa, gli abbiamo regalato tanti di quei preservativi al suo compleanno che se davvero prendesse una malattia venerea lo schiaffeggerei personalmente. - sospirai divertita alzando gli occhi al cielo - Sta abbastanza bene comunque, al solito. - feci spallucce tranquilla e poi mi chiese di Jude e mi spuntò un sorrisetto che cercai di camuffare guardando fuori dal finestrino - Anche Jude sta bene. - questa frase lapidaria mi costò un'occhiataccia del tipo "Parla donna!" - Ok, ho capito. Jude sta bene, il gruppo va alla grande, dopo il concerto che hanno fatto al compleanno di Chris sono stati contattati dalla Sony e quindi sono tutti completamente su di giri per questa cosa, anche se per adesso è ancora presto, ma comunque è già tanto. E insomma, mi ha accompagnato all'aeroporto....Ah già, dannazione devo telefonargli! Gli avevo promesso di avvisarlo quando ero con te. Ti scoccia se lo chiamo un attimo? Dopo puoi farmi il terzo grado, promesso. Risponderò a tutto, o quasi.
Presi il cellulare dalla borsa e cercai il numero in rubrica facendo partire la telefonata. Dopo un'infinità di squilli finalmente rispose.
Jude, ehm...sono Michelle. - dietro c'era un gran casino, come mi aveva detto era in sala prove e sentivo le voci dei ragazzi che schiamazzavano e strimpellavano gli strumenti - Ecco, volevo solo dirti che sono con Taylor e che il volo è andato bene. Tutto ok insomma. - mi sentivo un po' impacciata, forse perché non gli avevo mai telefonato davanti a qualcuno, anche se era Tay, o forse perché faceva un po' coppietta e non eravamo proprio per niente la classica coppietta, tutt'altro. Però considerando che a sapere dei mie spostamenti per il paese erano a conoscenza solo lui e Chris, e che quest'ultimo probabilmente si era anche dimenticato che ero partita proprio oggi, era bello avere qualcuno che si preoccupasse di sapere se ero ancora viva.
 
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JUDE

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Sentii il cellulare vibrare in tasca, probabilmente era già il terzo o quarto squillo e feci segno a tutti di interrompere la musica con un gesto deciso del braccio.
Presi il telefono ed era Michelle. Ragazzi, devo rispondere un attimo dissi allontanandomi dal centro della sala prove.
Ehi latin lover, salutaci Michelle mi fece eco Steve, eco al quale risposi con un bel dito medio alzato e una risata divertita.
June, ciao. Stavamo suonando le dissi subito, tappandomi l’altro orecchio con la mano libera visto che Steve proprio non riusciva a stare fermo con quei rullanti.
Michelle mi disse che il volo era andato bene e che era con Taylor. Bene, immagino faccia caldo lì… non vedo l’ora di rivederti tutta abbronzata. Ho letto che in Texas fanno degli ottimi nachos, io non li ho mai mangiati. Provali anche per me le dissi con un sorriso che sperai immaginasse.
Mi voltai poi verso i ragazzi dietro di me e se fossi stato un cartone animato giapponese. mi sarebbe scesa una goccia dalla fronte. C’erano Noah e Charlie che si abbracciavano mimando gesti sconci e Steve dietro che li accompagnava facendo finta di suonare un violino.
Avevano quindici anni, non c’era dubbio.
Mi scappò una risata per quella scena e Michelle la sentì I ragazzi ti salutano. Bè allora ti lascio alla tua vacanza, divertiti. Ci sentiamo presto June le dissi senza poter approfondire la conversazione visti gli idioti che avevo nella stessa stanza.




Taylor

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Michelle mi rispose dicendomi che Chris stava bene e che al suo compleanno gli avevano regalato scorte a vita di preservativi.
In quel momento, feci mente locale sul periodo, il mese e l’anno dandomi un leggero schiaffo sulla fronte Il compleanno di Chris… non gli nemmeno fatto di auguri. Siamo due merde io e lui… constatai, pensando che in fondo eravamo parenti e su certe cose, poche, ci somigliavamo.
Feci un’alzata di spalle indifferente Tanto per quello che ci avrà sofferto. Bè Michelle, che Jude stia bene mi interessa poco. Cioè non vorrei vederlo morire ma per ora passa in secondo piano. Donna, vogliamo i resoconti piccanti dissi fingendo un tono serio per poi scoppiare a ridere.
Mi raccontò del concerto e della sony, e di quanto fosse felice per lui.
Sì ok, tutto molto interessante. Michelle… sono ciance… com’è a letto? le dissi parlandole sopra, accorgendomi poi che mi aveva chiesto se mi scocciasse che lo avrebbe telefonato un attimo.
Sorrisi, ero sicura che in quel momento gli occhi si trasformarono i due diamanti per quanto stessero brillando Ma scherzi… vai, marca il territorio commentai, agitando una mano per aria come se non fosse niente di importante. Era ovvio che poteva telefonargli, l’importante era che fosse lì con me, e che ci sarebbe stata per i prossimi giorni. Qualche minuto al telefono potevo concederglielo, pensai ironica.
Lo chiamò e mentre parlavano, mi concentrai sulla guida ancora sorridente per le gote arrossate della mia amica mentre parlava con lui. Era felice e io lo ero per lei.
Quando riattaccò, la guardai senza smettere di sorridere Ti prego, non diventarmi pucciosa… non lo sopporterei la presi in giro, imboccando l’uscita di Hide Park, in pochi minuti avremmo raggiunto casa di Jhon.
Vai, ora sei libera… dicevamo. Com’è a letto? Dolce, passionale, animalesco… ci sa fare? No io non posso crederci che è di Liverpool e che è un musicista. Non ci dormo la notte! dissi poi ricordando in un giro enorme di pensieri quanto quel ragazzo fosse circondato dalla musica, dal suo nome alla provenienza. Era troppo fico e volevo sapere ogni dettaglio di quella storia.
 
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Michelle

Non sapevo se in pochi giorni mi sarei abbronzata a dovere, ma in effetti un po' ci speravo, per lo meno riducendo la superficie della stoffa sul mio corpo sarebbe stato più facile che a casa.
Ok, farò indigestione di nachos anche per te. - risposi divertita sentendo sempre dall'altra parte un sottofondo di tre idioti - Ricambia il saluto, e hai tutta la mia comprensione. - aggiunsi immaginando la sua faccia mentre facevano gli scemi - Ok, ciao ciao, a presto. - lo salutai tranquilla, riagganciando pronta a rispondere a Tay che, ovviamente, non si accontentava di informazioni sommarie, voleva che andassi subito al sodo raccontandole i dettagli piccanti, invidiosa del fatto che Jude sembrava uscito da una canzone dei Beatles, ed effettivamente il suo nome lo era davvero, e le coincidenze erano tante.
Io, pucciosa? - ero convinta che la mia faccia mi stesse bellamente tradendo e avessi raggiunto un colore simile alla carrozzeria dell'auto, non ero un gran che a far finta di niente - Hai sentito no? Niente bacini, picci pucci o smancerie del genere, niente pucciosità. - me lo sarei mangiato di baci attraverso la cornetta, questo poco ma sicuro, ma di certo non avrei usato nomignoli del genere o fatto versi da idiota, per carità! - E poi è uno sbruffone egocentrico, non un orsetto del cuore. Ok, ecco, insomma...è terribilmente sexy, e sia dolce che passionale nelle dosi giuste, ci sa fare eccome! Ed è bene non ricordarglielo troppo altrimenti il suo ego mi riempie casa in un istante. Animalesco no, non direi. Mi fa un sacco ridere, adoro quando suona la chitarra e canta distrattamente mentre siamo soli e non so, a parte il fatto che con lui intorno fatico a tenermi le mutande addosso... - e da rossa passai rapidamente a fucsia luminescente - Mi viene naturale rapportarmi con lui, non c'è tutta quell'ansia da appuntamenti, preparazione oddio cosa mi metto, gli piacerò? Ti ricordi con Sam? Tante fisime, ore per scegliere un abito e alla fine è fuggito. E' anche vero che non abbiamo mai avuto un vero e proprio appuntamento, di solito vado da lui o viene lui da me, o ci siamo incontrati al locale. Però mi sento a mio agio anche se sono spettinata e in tuta o appena sveglia, e penso che a lui vada bene così, spero... - ragionai torturandomi un po' le mani. Ero piuttosto sicura di non sbagliare vivendo la cosa con Jude in questo modo, giorno per giorno, e comunque era un comportamento spontaneo quindi non avrei saputo come altro fare.
 
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Taylor

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Michelle si trovava ormai in un’altra dimensione, fatta di musica, Beatles, sesso, tanto sesso e questa dimensione si chiamava Jude… qualcosa.
Sono davvero felice per te, te lo meriti con tutto il cuore dopo quella specie di parentesi con Sam. Ok, era bravo a letto ma passavi più tempo a farti prendere dall’ansia del primo appuntamento che insieme a lui. osservai imboccando la strada principale di Hide Park. Ricordavo bene il periodo Sam e mi piaceva invece come stava vivendo la cosa.
Bè, tu sai quanto io sia la persona meno adatta per darti un consiglio del genere, sai quanto io pensi sulle cose e ci rimugini sopra perdendo di vista poi quella che è la realtà delle cose e il fatto di doverla semplicemente vivere. Però credo che quello sia il modo migliore di affrontare le cose, se le vivi in maniera leggera ma intensa al punto giusto vedrai che sarà tutto più bello… sono contenta che tu la stia vivendo in questo modo. E poi uno che si chiama Jude non poteva che essere perfetto constatai alla fine, ridendo e prendendola un po’ in giro finché non arrivammo a casa di mio padre. Parcheggiai nel vialetto di casa e spensi il motore, poi mi voltai verso Michelle.
Cindy si è rifatta le tette. Me l’ha detto mia madre a cui lo ha detto mia nonna ma tu fa’ finta di niente, ma a mio padre piace così. A me non piaceva nemmeno prima… sai cosa penso del fatto che potrebbe essere mia sorella e… non riuscii a finire la lista di avvertimenti che mi sentii chiamare da mio padre, attirato dal rumore inconfondibile della mia macchina.
Feci un sorriso isterico a Michelle e uscii dalla macchina seguita da lei Ciao papà, lei è Michelle la mia amica di NY. Ti ricordi di lei? Lavora allo stesso ospedale di Chris raccontai brevemente a mio padre il quale, si avvicinò alla mia amica allargando le braccia in procinto di darle il suo benvenuto.
Oh ma certo che mi ricordo. Come stai? Chris e Taylor mi hanno parlato molto di te… come sta mio nipote? L’ultima volta che è venuto qui mi sembrava abbastanza scosso ma non saprei dire per cosa. Ad ogni modo, benvenuta in Texas, vuoi qualcosa da bere? Una limonata, dell’acqua, un jack? disse lui, era ovvio che quando si trattava di mettere a proprio agio le persone, mio padre era il numero uno. Se queste poi erano anche bionde e carine batteva ogni record…
Papà, sono venuta a prendere delle cose poi andiamo in centro. Credo che Michelle voglia riposarsi lo informai facendo segno alla mia amica di seguirmi in casa.
Oh ma certo certo fate pure, Cindy è di sopra che ordina della roba su internet… credo scarpe o una scopa elettrica lo sentii dire ormai troppo vicina all’ingresso, Adesso avrai capito chi è stato l’insegnate di Chris immagino commentai ironica verso Michelle entrando in casa.
 
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Michelle

Tay ascoltò il mio breve monologo e si disse molto felice per me e pienamente d'accordo su come stavo affrontando le cose, e la cosa non poteva che farmi piacere.
In realtà certe volte mi ero perfino stupita da sola di come riuscissi a non rimuginare o farmi strane paranoie, visto che avevo sempre la tendenza a riflettere a lungo sulle situazioni. Era anche assurdo come lei e quel matto di doc avessero in memoria il periodo Sam, che in fin dei conti era durato davvero poco. Però stavolta l'avevo tirato in ballo io come termine di paragone, quindi aveva senso parlarne. Sam era bravo a letto forse, ma... ma con Jude non c'era proprio paragone.
Scoppiai a ridere quando ribadì di nuovo la perfezione di Jude - Ma dai, non è perfetto, è un essere umano. Sexy, ma pur sempre umano.
Tay imboccò un vialetto e alla fine si fermò davanti a una casa che mi lasciò a dir poco a bocca aperta, era magnifica.
Wow, che meraviglia! E che giardino enorme! - con un sorriso immaginai Wichita che scorrazzava e giocava felice in quel prato. Lasciai la felpa che avevo legata in vita sul sedile e scesi - Tranquilla, sono abituata a vedere in giro tette finte e baby mogli. - le dissi dandole una pacca sulla spalla in segno di comprensione. Il padre di Tay, meglio conosciuto da me come il famigerato zio John, ovvero il mentore del mio amico, colui che l'aveva iniziato ad alcool e belle donne, ci venne incontro con un sorriso amichevole e mi abbracciò brevemente per salutarmi.
Piacere di conoscerla. - gli sorrisi a mia volta quando si staccò, evitando di rispondergli che anch'io avevo molto sentito parlare di lui. Era un bell'uomo, alto con un po' di barba - Oh, Chris sta benissimo non si preoccupi. E' abbastanza concentrato sul suo esame di specializzazione ultimamente. - anche se non si faceva mancare le sue abituali distrazioni chiaramente. John mi propose qualcosa da bere, ma Tay mi precedette dal rispondergli dicendogli che eravamo di passaggio e quindi non saremmo restate. La seguii camminando rapidamente verso l'ingresso, salutandolo appena con un cenno della mano - Sì è abbastanza chiaro. Mi ha offerto un Jack. - le risposi ridacchiando mentre salivamo le scale verso camera sua. Era relativamente in ordine, considerando i suoi standard e il fatto che non ci viveva, e sulle pareti c'erano un'infinità di poster, la maggior parte dei quali erano copertine dei Nirvana e foto di Kurt Cobain - Benvenuti nel santuario del rock di Taylor! Mi raccomando genuflettetevi al cospetto di della principale divinità pagana del luogo. - annunciai plateale facendo un inchino ad una copertina di Rolling Stone incorniciata.
Cosa devi prendere esattamente? - domandai poi smettendo di fare la scema. Dalla camera accanto si sentiva una vocetta acuta canticchiare qualcosa di incomprensibile. Doveva essere la baby matrigna - E' lei? - indicai la porta sotto voce.
 
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Entrammo in casa la quale, grazie a Sole la cameriera messicana di papà, era sempre ordinata linda e pinta.
Mio padre beve sempre il Jack anche se dice che è un whisky da aperitivo… insomma, ha un armadietto dei liquori che farebbe invidia a chiunque. Se avessi accettato il Jack sono sicura che subito dopo ti avrebbe offerto un bicchierino di Jhonny walker invecchiato di tipo trent’anni. Lo fa per testare la gente… lascialo perdere continuai a parlare, salendo le scale che ci avrebbero portati in camera mia, stando molto attenta a non fare il minimo rumore. Non volevo farmi sentire da Cindy, non volevo parlarci… volevo solo prendere le mie cose e fuggire.
Quando entrammo nella mia camera, che sentiva decisamente del tocco di Sole, Michelle cominciò a sfottermi sui poster dei Nirvana e tutte le cose che avevo attaccate alla parete e che richiamavano il mio amore per la musica e il rock Che scema dissi poi ridendo divertita.
Si fermò poi davanti ad una copertina in vinile dei Rolling Stones che avevo comprato ad una fiera della musica a Somerville Quello è stato un affare… due dollari perché dietro c’è un buco e il tizio della fiera a Somerville mi ha detto che quella l’ha fatta la sigaretta di Mick Jagger. Non ci credo ovviamente ma mi ha fatto risparmiare le raccontai, indicando il vinile alla parete.
Michelle mi chiese cosa dovessi prendere a casa, allora mi fermai grattandomi al centro della testa cercando di fare mente locale. Non ero abituata a tutto quell’ordine Una maglia del lavoro, il caricabatterie del cellulare… ne ho due ma l’altro non so più che fine abbia fatto e una felpa. Ho tutto in lavatrice e devo ancora decidere per quanto ci resterà dissi scherzando anche se era vero che avevo bisogno di quelle cose. Soprattutto della divisa da lavoro.
Sentimmo entrambe una vocina stridula canticchiare qualcosa e sospirai facendo sì con la testa alla domanda di Michelle.
Evidentemente anche noi non eravamo state così silenziose perché la vocina stridula si fece sentire più forte, segno della sua imminente vicinanza John, tesorino sei tu? disse prima di affacciarsialla porta della mia camera. Mi vide e cercò di sfoderare il migliore dei sorrisi, riuscendo poco nell’intento Oh Taylor sei solo tu… spero che non ti dispiaccia se ho aperto le finestre della tua camera. Ma noi non ci conosciamo… si rese conto finalmente della presenza di Michelle e con la sua voce stridula allungò un braccio rinsecchito verso di lei presentandosi agitandosi come solo lei sapeva fare Oh tesoro, io sono Cindy. Benvenuta in casa Smith… se vuoi qualcosa, da bere o da mangiare sarò felice di preparartelo. Taylor è come una figlia per me e di conseguenza lo sono anche le sue amiche continuò ciarlando fastidiosamente.
Ti ringraziamo Cindy ma siamo di passaggio, torna pure a ciò che stavi facendo la incitai cacciandola quasi, a volte era così snervante il suo modo di fare. Uhh sì, stavo ordinando delle scarpe e uno smalto color oro per fare le unghie leopardate… scusatemi ma ero a metà nello scrivere il numero della carta di credito non finì di parlare che era già sculettante diretta al computer.
Quella prima o poi avrebbe mandato sul lastrico tutta la famiglia, fortuna che papà era previdente e le metteva 100 dollari al mese sulla carta che era sua e solo sua.
Mi voltai verso Michelle Scusala è stupida, non ci può fare niente. Tra l’altro credo che non mi sopporti più di tanto, lei odia mia madre perché mio padre chiama sempre lei quando ha qualche problema e Cindy non riesce proprio a capirne il motivo dissi ironica, assumendo un’espressione annoiata in viso. Se non fosse stato per Cindy non avrei mai lasciato casa di mio padre, lo adoravo ma quando faceva certe cazzate, tipo mettersi con un’imbecille come lei, non riuscivo proprio a giustificarlo.
Andai poi verso il mio armadio, prendendo le cose che mi servivano e mettendole in una sacca. Abbiamo finito nella casa dei pazzi, fuggiamo prima che papà ti costringa a restare a cena qui la esortai indicandole la porta d’uscita della mia camera.


Edited by Alexander Supertramp! - 2/7/2013, 15:41
 
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Michelle


Era bello come dietro ad ogni cosa appesa a quel muro ci fosse una storia, anche se all'apparenza banale, ma comunque ognuna era un bel ricordo.
Fosse stata la sigaretta di Mick Jagger avresti dovuto aggiungergli un paio di zeri probabilmente. - le feci notare concordando sul fatto che quel tizio di storie per vendere ne inventava alla grande. Mi disse brevemente cosa le serviva dal suo vecchio armadio e le feci una faccia esageratamente schifata quando scoprii che usava la lavatrice più come cesto per i panni sporchi che per lavarli.
In quella la vocina di poco prima apparve, sotto le sembianze della bionda e giovane matrigna Cindy. Wow, era davvero giovane, ma soprattutto Tay non aveva esagerato descrivendola, proprio per niente.
Piacere mio, sono Michelle. Grazie, sono a posto così. - le risposi sorridendole gentilmente e stringendole con delicatezza la mano sperando di non rompergliela. Irritata dalla sua presenza, Taylor la cacciò via senza troppi complimenti e lei senza fare una piega tornò all'acquisto dell'indispensabile smalto per unghie.
Più che sua figlia potresti essere la sua sorella maggiore. - commentai ridacchiando scioccata a bassa voce, assicurandomi che fosse tornata nell'altra stanza. Comunque non mi stupiva che fosse gelosa della madre di Tay, era una bella donna ed era anche intelligente, al contrario suo.
Una volta che i vestiti e il caricatore furono nella sacca, ce ne andammo - Per quanto la compagnia di tuo padre possa piacermi, credo di avere urgente bisogno di una doccia e di cambiarmi. - confessai quando raggiungemmo la macchina parcheggiata davanti casa. Il signor Smith era sparito, perciò non dovemmo salutarlo di nuovo rischiando di venire rapite per cena.
Allora dimmi, che programmi abbiamo per stasera? Mi porti a mangiare in qualche posto tipico, a bere tequila e ballare sui tavoli? - domandai curiosa mentre ripartivamo verso il centro - Sai, mi sono dimenticata di raccontarti di quanto mi sono ubriacata alla festa di Elize. Ti avevo raccontato che era stata da me per un po' quando si è trasferita a New York. Devo dire che nonostante sia la ex di mio fratello andiamo piuttosto d'accordo, comunque ha trovato casa e ha fatto questa festicciola per inaugurare il nuovo appartamento e lì ho bevuto decisamente troppo. Tant'è che credevo sarei tornata a casa trasportata come un sacco di patate da Chris, ma il signorino era troppo impegnato con una certa persona che, non ci crederai mai, era per puro caso presente quella sera! - come avevo fatto a dimenticarmi di raccontare questi pettegolezzi a Tay? Il troppo lavoro mi aveva ucciso il cervello - Hai presente di chi sto parlando? Occhi splendenti come due fanali, lunghe ciglia, chioma fluente e fisico da modella...?
 
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view post Posted on 3/7/2013, 11:09


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Finalmente entrammo in macchina, lasciandoci Cindy e la sua stupidità alle spalle e mio padre che mi fece promettere di andare a pranzo da loro la domenica successiva.
Cominciai già a cercare le scuse migliori per disertare quell’impegno preso con l’inganno.
Misi in moto l’auto, dopo aver riposto le cose prese dalla mia camera sul sedile posteriore e uscii fuori il vialetto di casa imboccando la strada per uscire dal quartiere di Hide Park. Michelle mi chiese i programmi per la serata, ci pensai un po’ concentrata sulla guida prima di voltarmi verso di lei e sorriderle Cena da Roadhouse, ti piacerà. Poi dopo mangiato ti porto al Chili Parlor dove lavoro ma in veste di cliente tranquilla… ti farò conoscere Juan e Barney, i due baristi e se vuoi chiederò loro il permesso di ballare sui tavolo le presi in giro ridendo, sapendo perfettamente che non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non senza un paio di litri di tequila in corpo.
Ascoltai poi il racconto di Michelle ricordandomi di Elize, l’ex ragazza di suo fratello Rick che aveva vissuto con lei a NY. Mi raccontò della festa e sorrisi immaginando la mia amica ubriaca poi arrivò al pezzo forte.
I fanali di cui parlava erano chiaramente l’unica persona in grado di friggere il cervello di mio cugino ma la cosa che mi stupì fu il fatto che era ancora in grado di farlo dopo tutto quel tempo. Mi voltai verso Michelle Kelsey?? Ha rivisto Kelsey? Che ci faceva alla festa di Elize? Ma dico, possibile che quando si parli di pettegolezzi spuntino sempre le gambe che Chris si è portato sotto le lenzuola, in un modo o nell’altro? commentai continuando a guidare, il fatto che Kelsey mi piacesse o almeno per quel poco in cui ci avevo avuto a che fare non voleva dire che fossi felice al pensiero di una loro reunion. Insomma, lui era stato cotto marcio di lei ma poi si erano lasciati… a chi faceva bene riprendere cose finiti sapendo bene che rancori e vecchi litigi facevano parte del pacchetto.
Non dirmi che si sono rimessi insieme… non che non mi farebbe piacere ma, conosco Chris e so bene quanto sia orgoglioso. E l’orgoglio non aiuta a riscaldare la minestra continuai convinta, senza essere troppo dura. Anche se sapevo quanto lui ci fosse rimasto male per la fine della sua unica storia.
 
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view post Posted on 3/7/2013, 13:08
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Michelle

Mentre guidava verso casa sua, Tay mi spiegò il programma per la serata, che mi sembrò interessante, ed ero felice di vedere dove lavorava. Oltretutto se mi ci portava anche fuori orario dai suoi turni significava che era un bel posto.
Esattamente, Kelsey. - confermai quando capì di chi stavo parlando - Pare che Elize e Ginevra l'abbiano incontrata per caso e la dottoressa l'ha invitata. Comunque no, non si sono rimessi insieme, l'orgoglio è intatto. Per quanto ne so dopo quella sera non si sono più rivisti, in ogni caso come dici tu, le gambe che spuntano dalle sue lenzuola non mancano affatto, come al solito. - conclusi allegramente. Non che non ne avesse sofferto, ma ormai mi sembrava che stesse bene, era tutto acqua passata - Per esempio c'è questa ragazza, io la chiamo la stangona bionda, perché a mio confronto è alta tipo due metri, e ha una certa passione, ricambiata, per le "abilità" di tuo cugino. Ovviamente sono andati a letto insieme, e ovviamente lui non si è limitato a lei, è andato anche con Elize. Sì Tay, ha espanso il suo dominio anche in Canada. - confermai data la sua espressione mezza scioccata e mezza "c'era da aspettarselo" - Fatto sta che questa stangona bionda è un personaggio alquanto irritante. Insomma inizialmente, soprattutto dato che ero parecchio ubriaca, andavamo d'accordo, ma ha un carattere impossibile e sai bene quanto per me sia difficile fare amicizia se l'altra persona non dimostra davvero che gli interessa. E a lei non interessa, in realtà non ho idea di cosa le interessi a parte sé stessa... - questo pensiero mi fece ricordare che ora ero lì, con lei, ed ero fortunata perché era una delle persone a cui potevo raccontare davvero tutto, perché mi ascoltava, e sapeva che avrei ascoltato lei; per qualsiasi pensiero ci passasse per la mente noi c'eravamo ed era una cosa rara e di cui non potevo fare a meno - Lo sai che ti voglio bene vero? Ok basta sentimentalismi. - finalmente Tay parcheggiò sotto quella che doveva essere casa sua. Scendemmo, recuperai le mie cose d entrammo nell'edificio. Grazie al cielo c'era l'ascensore, così non dovemmo trascinarci il mio bagaglio per tre piani di scale - Senti ma questi tuoi baristi, Juan e Barney, sono carini?
 
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view post Posted on 3/7/2013, 14:17


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Taylor

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Tirai un sospiro di sollievo ascoltando la fine della storia da Michelle anche se non mancai di stupirmi quanto il mondo, e NY, fossero piccoli. Insomma incontrare Kelsey per caso in una città così grande doveva essere per forza colpa dell’ira funesta di qualche divinità che Chris aveva fatto incazzare di brutto.
Una divinità donna, senza ombra di dubbio…
Mi raccontò poi di questa bionda fantomatica che mio cugino si era portato a letto, insieme all’avventura con Elize Oh mio dio, pure Elize? Ma tu sei proprio sicura che non abbia la sifilide, sì? le chiesi guardandola con un’espressione scettica, sorpresa ma non troppo, e leggermente imbarazzata per trovarmi nello stesso albero genealogico dello “scopador de Sevilla”. Un giorno si sarebbe trovato con una quindicina di figli a carico, come Bob Marley.
La storia della stangona non era finita, e ascoltai la mia amica con una punta di irritazione, capivo bene la sua frustrazione. Detestavo chi era troppo concentrato su se stesso da ignorare palesemente tutto e tutti… non era giusto.
Bè, credo che sarebbe complicato per chiunque fare amicizia con un muro, o con qualcuno che non dimostra di volerlo fare veramente commentai la situazione, cercando parcheggio. Eravamo arrivate sotto casa mia e non me ne ero nemmeno accorta. Il viaggio era stato brevissimo con Michelle in macchina.
Mi voltai verso di lei poi quando mi disse che mi voleva bene, Lo stai dicendo perché ti ho fatto conoscere Cindy e vorresti averla in camera ogni volta che sei triste, così, in stile giullare di corte vero? la presi in giro, facendole poi un sorriso complice. Non ero proprio in grado di fare smancerie ma lei sapeva bene che le volevo bene, che ero felice di averla lì con me anche solo per poco.
Entrammo poi nel palazzo, dopo aver preso tutto valigia di Michelle compresa e chiamai l’ascensore Bè, come sono Juan e Barney… Juan è gay. Cioè non lo dice a nessuno, lo sappiamo solo io e Barney al locale ma appena lo vedrai capirai che è impossibile non capirlo dissi divertita pensando a Juan e alle sue movenze e al fatto che ogni volta che entrava qualche ragazzo al bar gli lanciava più occhiate di quante ne facessi io.
Barney invece è… carino. Io lo chiamo Ben per semplificare. E’ intelligente e ci sa fare con i clienti, poi si preoccupa sempre che nessuno mi infastidisca al lavoro, sai dopo la mezzanotte i clienti diventano incontrollabili. E quel tipo del margarita ricordi? Avrebbe tranquillamente alzato le mani se non fossi stata affiancata da Ben per tutta la sera… insomma, lavoriamo bene insieme le raccontai, pensando a lui e al fatto che erano diversi mesi ormai che lavoravamo insieme e che ora andare a lavoro era diventato quasi un piacere.
L’ascensore ci portò velocemente al terzo piano Bene, ora che nessuno ci vede, anzi mi vede, posso abbracciarti e dirti che ti voglio bene confermai ridendo, stringendola tra le braccia e dandole un veloce bacio sulla guancia per poi allontanarmi e sorridere.
Uscimmo dall’ascensore e presi le chiavi di casa dalla tasca degli shorts entrando poi nell’ingresso che era anche salotto e cucina. Puoi poggiare le cose dove ti pare, fare una doccia, dormire, quello che vuoi le dissi tranquillamente gettando la sacca con le cose che avevo preso da John per terra facendola finire chissà dove.
La camera da letto e dall’altra parte la informai facendole segno con il braccio verso l’altra camera a cui si accedeva dal salotto.
Comunque, sono convinta che i pettegolezzi newyorkesi non siano finiti qui… mi aspetto una luunga serie di racconti dissi poi seguendola in camera da letto, ricordandomi solo in quel momento che avevo dimenticato di rifare il letto.
 
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view post Posted on 3/7/2013, 14:47
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Michelle


Ma come gay? Già ti ci vedevo con uno dal nome così caliente... - scherzai mentre mi raccontava dei suoi colleghi. A quanto sembrava invece con questo Barney andava molto d'accordo, però non fece accenni al fatto che gli piacesse perciò non indagai oltre, tanto lo avrei comunque conosciuto quella sera e avrei potuto constatare di persona il loro feeling. Quando l'ascensore si fermò Tay si concesse uno slancio d'affetto abbracciandomi e quasi mi commossi per la sua dolcezza - Tesoro...grazie, non per Cindy, ammettiamolo, ma ecco grazie. - risposi ridacchiando emozionata. Uscimmo sul pianerottolo e finalmente misi piede nell'appartamento della mia amica - Taylor ma è stupendo! - mi guardai intorno incantata, trascinando la valigia in un angolo della camera da letto dove non desse fastidio, anche se in effetti la baraonda in cui viveva non sarebbe certo peggiorata per un paio di cose mie, infatti buttò la sacca con le cose che aveva preso dal padre in un angolo senza curarsene troppo - Le chitarre! - esclamai vedendole appese sopra il letto. Era bellissime e con accanto la bandiera inglese e quella americana non potei fare a meno di pensare un istante a Jude, le avrebbe adorate. Mi chinai sulla valigia, aprendola e mi tolsi le scarpe cercando le infradito, il mio beauty e un cambio di vestiti e poi tornai da lei - Avrai la tua altra dose di pettegolezzi, non temere. Se non ti secca io mi butterei sotto la doccia, dopo potrò morire sul divano, ma almeno sarò pulita e potrai chiedermi ancora altri dettagli se vorrai. Dove trovo un asciugamano? - domandai con tutte le mie cose in mano. Tay me ne diede uno bello grande in cui mi sarei potuta avvolgere come in un accappatoio e la ringraziai andando a buttarmi sotto l'acqua, tiepida, visto il clima torrido, anche se in casa sua si stava molto bene in realtà. Quella rinfrescata mi ci voleva proprio. Lavai anche i capelli e poi me li asciugai il più possibile con la salvietta evitando di accendere il phon, spazzolando i capelli umidi e lasciandoli sciolti sulle spalle. Quando mi fui cambiata, indossando degli shorts morbidi e una canotta da casa, tornai da lei e stramazzai per davvero sul divano - Dio che relax...posso stare qui per sempre? Cioè qui su questo divano, senza muovere un capello.
 
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view post Posted on 4/7/2013, 11:48


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Taylor

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A Michelle piacque molto la mia casa, evidentemente lei era dotata di quella vista a raggi x che le permettevano di vedere le cose attraverso gli oggetti o semplicemente mi conosceva fin troppo bene, e mi comprendeva, da non curarsi minimamente dell’estremo e per me naturale, disordine in cui vivevo.
Per me quello era ordine, mi piaceva vivere così e mi ci trovavo.
La seguii nella mia camera dove poggiò la valigia, le piacquero subito le mie chitarre Visto che belle? Ce ne sono un paio senza corde, le ho messe giusto per fare scena… mi piace riempire la casa di musica ah e, a proposito tu va’ a farti una doccia. Io preparo qualcosa da bere… le dissi aprendo l’armadio della mia camera, presi un grande asciugamano dandolo alla mia amica che si rifugiò in bagno.
Andai in cucina preparando due thè freddi mettendoci del ghiaccio visto il clima afoso di quella giornata, li poggiai sul tavolinetto accanto al divano in attesa che Michelle finisse di sistemarsi e misi su un po’ di musica.
In quel momento Michelle comparve in salotto, con degli shorts e i capelli ancora umidi ma dato il caldo si sarebbero asciugati in pochissimo tempo, si lasciò andare sul divano e sorrisi alla sua affermazione Sai bene che per me puoi restare lì per tutta la vita se ti va… è comodo anche per dormire sai le dissi, andando a sedermi accanto a lei. Tolsi le scarpe per poggiare poi i piedi sul divano girandomi di lato verso di lei. Portai i capelli di lato prendendo il bicchiere di thè freddo indicando l’altro alla mia amica Sì voglio sapere i pettegolezzi della vita di NY… quindi Elize ora non vive più con te giusto? Oh e che cosa ha organizzato Chris per il suo compleanno? Conoscendolo, sarà sicuramente andato in coma etilico per almeno una settimana… sai, a volte quando penso a voi dissi bevendo un sorso di thè prima di poggiare di nuovo il bicchiere bagnato per il contenuto gelido sul tavolo, Vi penso a NY e mi viene voglia di tornare lì. Però poi ripenso ai giorni in cui ho vissuto lì a casa di Chris e, non è per casa sua ma era come se non mi ci vedessi. Lo so che ho cambiato sistemazione… prima Seattle ma quello era un caso particolare dissi ricordando i mesi lì, il mio trasferimento e quel brevissimo periodo insieme a Roy di cui non avevo avuto più nessuna traccia Poi NY, Eric e il Fangtasia… qui mi sento veramente a casa molto più di quanto non mi fossi sentita in altri posti e il posto dove lavoro, mi ci vedo meglio. Facciamo così, trasferitevi qui tu e Chris e portati anche Jude. Dai daiii la implorai assumendo un’espressione tristissima, sporgendo il labbro inferiore verso l’esterno e congiungendo le mani prima di sorriderle divertita per quella scenetta.
 
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