Uscii dall’ufficio in perfetto orario e, fortunatamente, impiegai un solo istante prima di prendere un taxi, un collega era appena sceso per iniziare il turno e avevo preso il suo sorridendogli e ringraziandolo.
Diedi all’autista l’indirizzo della galleria d’arte in cui avevo appuntamento con Killian e gli chiesi, gentilmente, di passare in hotel.
Avevo preferito optare per una diversa scelta d’abito, qualcosa di meno adatto all’ambito lavorativo ma sicuramente più adatto per una galleria e per l’appuntamento con Stefan Salvatore per la visita all’appartamento che avrei avuto subito dopo.
Impiegai solo cinque minuti a cambiarmi e alle 12.58 precise ero di fronte alla galleria. Guardai l’orologio sul telefono per poi portarlo di fronte al mio viso, spento, in modo che facesse da specchio.
Sistemai i capelli aggiustando le punte ed inumidii le labbra con la punta della lingua, portando una mano davanti alla bocca per far sì che nessuno mi vedesse.
Mi guardai intorno e mi dissi che probabilmente Killian non era ancora arrivato, mi aveva avvertita che probabilmente avrebbe fatto tardi, ed io avrei utilizzato quei minuti d’attesa per rielaborare tutto ciò che era accaduto in ufficio quella mattina.
Derek Lion, entrando, mi aveva salutata e aiutata con la macchina del caffè, sorridendomi ed invitandomi alla prima riunione ufficiale. Avevo ascoltato e preso appunti, dato idee che erano state apprezzate e finalmente potevo definirmi agente attivo per la missione in corso.
Non avevo nessun ruolo attivo, ma avevo dovuto svolgere ricerche su un importante dipinto del XVII secolo.
Avevo utilizzato tutto quello che avevo in mente, guardato su internet e avevo poi attinto alle mie fonti preferite e di certo più esperte per quanto riguardava l’arte, di qualsiasi periodo, i miei genitori, entrambi professori ad Harvard.
Il lavoro era andato splendidamente e sentivo il cuore martellarmi nel petto mentre facevo quei pochi scalini che mi separavano dall’ingresso, alla sola idea di poter ammirare dal vivo quelle meravigliose opere d’arte.
Presi un respiro ed entrai solo per vedere Killian all’ingresso, di spalle, avvolto in un cappotto grigio che metteva in risalto le spalle larghe e le forme del suo corpo.
Mi avvicinai posandogli delicatamente una mano sul braccio, vedendolo girarsi istantaneamente e gli sorrisi raggiante.
Ok posso definirmi ufficialmente emozionata.